Subito dopo il primo turno delle elezioni presidenziali francesi, avevamo pubblicato un comunicato, come sempre snobbato dai nostri media, intitolandolo “Mélenchon quasi presidente”. Difatti, al leader di La France Insoumise (FI) erano mancati meno di 400 000 voti (meno dell’1% dei votanti) per superare Marine Le Pen e andare al secondo turno contro Macron. 

Non ci fossero state, come già spesso nel passato, le liste di disturbo dei trotskisti e stavolta anche del PCF, Mélenchon ce l’avrebbe fatta e secondo noi avrebbe avuto ottime possibilità di battere poi al ballottaggio il presidente in carica Macron. È difatti evidente che la maggior parte degli elettori, che al primo turno avevano scelto Le Pen, non avrebbero mai votato Macron, rappresentante ufficiale del turbocapitalismo, ma avrebbero preferito le posizioni “antisistema” di Mélenchon. Così purtroppo non è stato, per la solita insipienza dei vari gruppi settari di sinistra, e agli elettori francesi quindi non è rimasta che la scelta tra la peste e il colera. Anche se è evidente che siamo contenti che non abbia vinto l’estrema destra con Le Pen, non possiamo avere la minima simpatia per l’aristocratico Macron, fiore all’occhiello della peggiore borghesia e che durante il settennato non ha esitato ad impiegare una repressione molto violenta contro i Gilets Jaunes. Analisi approfondite del voto al secondo turno (Le Monde 29 aprile 2022) mostrano che pochi degli elettori di Mélenchon hanno poi scelto Le Pen, mentre la maggioranza si è astenuta (45%) e un po’ meno (41%) ha invece votato Macron.

Il risultato raggiunto da Jean-Luc Mélenchon al primo turno rimane ad ogni modo un evento abbastanza straordinario, anche perché il leader di FI, oltre ad aver ottenuto un risultato “bulgaro” nei territori d’Oltre Mare, è stato il più votato dai giovani al di sotto dei 35 anni ed era riuscito a portare al voto tutti gli strati sociali più umili che vivono nelle banlieue delle varie città e che di solito disertano i seggi elettorali. Fondamentalmente è questo dato che ha fatto ora scattare un movimento di coesione e di possibile unificazione a sinistra, come non si vedeva da decenni. Il corteo parigino del primo maggio ha evidenziato una prima immagine di unità, tra FI, Europa-Ecologia, PCF, alcuni settori del PS e addirittura una parte delle organizzazioni trotskiste. Al momento di battere queste righe, già si può constatare che è stato firmato un primo accordo dopo molti giorni di trattative tra FI e Europa-Ecologia, su basi molto vicine al programma di Mélenchon: salario minimo 1400 Euro (oggi attorno ai 1200 Euro), pensione a 60 anni, blocco dei prezzi per i beni di prima necessità, pianificazione ecologica, riforme istituzionali. 

È interessante che si sia riusciti a trovare un accordo anche sulla questione europea, che sin qui aveva rappresentato un vero punto di attrito tra Verdi (molto eurofili) e FI, da sempre EU-critico. 

I Verdi hanno difatti accettato l’ipotesi della “disobbedienza” ai trattati europei, nel caso in cui questi impediscano di mettere in opera il programma di governo, questo per quanto si addice alle regole economiche e di bilancio dettate dall’orientamento liberista dell’UE. Secondo le indiscrezioni sin qui disponibili, dovrebbe essere possibile trovare un accordo anche con il PCF, mentre il PS è profondamente spaccato. 

Il segretario generale Olivier Faure sembrerebbe favorire l’intesa con FI, ma la vecchia guardia socialdemocratica appollaiata attorno a François Hollande e alla sindaca di Parigi Anne Hidalgo (che ha fatto un risultato disastroso al primo turno delle presidenziali) si stanno mettendo di traverso. Non meraviglia quindi che la destra del PS si stia a poco a poco spostando verso la galassia di Macron. Se si arriverà veramente a questa larga intesa tra Verdi e sinistra più radicale, in vista delle elezioni legislative di giugno, ciò rappresenterebbe un fatto di enorme importanza per tutta l’area progressista europea, tenuto conto che spesso la Francia (pensiamo anche solo al 68) ha fatto da battistrada a evoluzioni che si sono poi materializzate più tardi anche in altri paesi. 

A noi del ForumAlternativo quest’intesa non potrebbe che fare un enorme piacere, visto che l’idea di un’alleanza tra la sinistra radicale e i Verdi fa parte sin dall’inizio del nostro DNA. 

 

P.S. Ultima ora: Mélenchon ce l’ha fatta, i socialisti si accodano.