Lo psicoanalista milanese Lingiardi dedica un libro al corpo umano. Si tratta di un libro destinato a chi tocca corpi umani per professione, ma anche per chi li tocca per il reciproco piacere. Uno che da molti anni si occupa della psiche, si occupa qui del “corpo, umano”. Barbara Chitussi nella sua recensione del libro di Lingiardi su “Alias” del 1011-24 titola: “La psiche si fa carne, alla ricerca di voce e di tatto”.

Oppure come disse il vecchio Bleuler, uno dei padri fondatori della psichiatria “svizzera”: “Quando non sapete più che cosa fare con il vostro paziente psichiatrico, toccatelo, prendetelo in mano”. Questo mi fa pensare a quanto mi racconta spesso un amico fisioterapista, con il quale collaboro molto strettamente, delle pazienti e dei pazienti che abbiamo in cura in comune. Sotto i gesti esperti del fisioterapista si apre la psiche e in risposta al tocco non verbale avviene una comunicazione verbale che proviene da strati ben più profondi del superficiale sistema cutaneo-muscolo-scheletrico, sul quale egli “lavora” con le sue mani. Come se fosse l’inversione del verso tratto dai Vangeli: “Et verbum caro factum est” – qui invece è la carne che si fa verbo. 

Lingiardi associa nel suo libro testi del suo campo, la psicoanalisi, con testi letterari e con immagini, da quadri, usciti dal reale o dall’immaginario. Egli tratta in questa maniera i singoli organi del corpo umano. Il tempo e lo sforzo maggiore – dice lui - gli hanno richiesto il cervello e i genitali (Charcot, dalla Salpetrière a Parigi, e Freud, dalla Berggasse a Vienna, salutano). Vi invito ad attraversare le tre “stanze” del racconto di Lingiardi: “il corpo ricordato”, “il corpo dettagliato” e infine “il corpo ritrovato”. Come il corpo stesso dell’analista, anche il vostro corpo dovrà mettersi in gioco come “una forma incarnata di setting”.