Caro presidente, cara e caro vicepresidenti, caro consigliere di Stato, care colleghe, cari colleghi,
vi ricordate “La Palmita”, mitica trasmissione della RSI? “Novitads da Coira? U ghe mia novitads, domà i sctessas menadas”. Le novità o, se preferite le stesse menate, ci arrivano ogni anno da Berna e da Bellinzona e riguardano i premi per la cassa malati. Non sono delle buone novità , anzi ogni anno peggiorano: I premi per la cassa malati sono diventate la spesa più importante per tante famiglie, specialmente quelle del così detto ceto medio; spesso superano persino l’importo delle imposte. Ma se le imposte sono commisurate a reddito e sostanza, questo non è il caso dei premi per la cassa malati. Il Signor Siccardi, proprietario della ditta Medacta - vi ricordate le protesi dell’anca dorate - paga gli stessi premi come la sua donna delle pulizie.
In attesa di poter cambiare questo sistema iniquo e ingiusto, ci vuole un segnale forte che si faccia carico della rabbia inerme di tante persone, costrette al “paga e taas”.
Lo sappiamo anche noi che la LAMAL non è di competenza dei cantoni. Nel sistema attuale il Ticino si trova però sempre con i premi più alti - per vari motivi e voglio citarne qui soltanto uno poco conosciuto fuori dall’ambiente medico e che a quanto ne sappi, non viene preso debitamente in considerazione: la presenza di tante persone pensionate confederate, che passano gran parte dell’anno nel loro “Feriehuus im Tessin une” e che al bisogno fanno capo alle nostre istituzioni sanitarie contribuendo ad alzare la spesa sanitaria e di conseguenza i premi da noi in Ticino, ma loro pagano le imposte ed i premi di cassa malati dove sono meno alti: “bi ine dehei”.
Proponiamo con le varie iniziative presentatevi di mandare un segnale forte alla Berna federale, pur sapendo che resterà un grido d’allarme, grido di chi non ne può più.
La ricetta per cambiare il sistema di pagamento dell’assicurazione malattia esiste e presto la rilanceremo di nuovo. Presenteremo a breve a livello federale una nuova iniziativa per istaurare une cassa malati unica e pubblica, con premi secondo reddito e sostanza, sul modello della LAINF, l’assicurazione contro gli infortuni. Proposte in questa direzione in passato sono state bocciate, ma anche l’AVS ed il voto alle donne non sono passati al primo turno di voto. Le possibilità di successo per una nostra nuova iniziativa aumentano ogni giorno, malgrado la massiccia campagna contraria della “Cosa Loro” delle casse malati che ci aspettiamo: a suon di milioni, soldi, beninteso, che diamo noi a loro pagando i nostri premi.
Mi direte giustamente: bisogna incidere sui costi. D’accordo, anzi più che d’accordo. Ma non bastano gli interventi di tipo medicina estetica. Non basta un po’ di liposuzione e di Botox, cioè voler risparmiare 300 milioni di CHF all’anno come se l’è fissato la tavola rotonda - la “task-force” per chi like it in the fifth Swiss National language - della consigliera federale Baume-Schneider e questo su una spesa sanitaria annua che raggiunge fra poco i 100 miliardi.
Noi della Sinistra abbiamo delle idee abbastanza precise come ridurre questa spesa gigantesca:
- diminuiamo drasticamente i prezzi dei farmaci: portiamoli dai livelli US-americani in vigore in Svizzera a quelli dei paesi europei che ci circondano, dove esiste un rigoroso controllo statale per i prezzi dei farmaci. Generici: ok. Allora nazionalizziamo Sandoz, numero uno a livello mondiale nella produzione di generici. Li avremo così a prezzo di costo, non assisteremo più indifes* alla mancanza cronica di medicamenti che non rendono abbastanza a “Big Pharma” e potremo fornire i medicamenti essenziali a chi ne ha bisogno a livello mondiale e questo a prezzi onesti.
- tagliamo, ma con il grande bistouri e con tagli da chirurgo, l’offerta soprattutto nel settore ambulatorio, dove - al contrario del settore stazionario un po’ meglio controllato e regolato - la domanda indotta dall’offerta fa davvero esplodere i costi.
- introduciamo una paga fissa e pure onesta per tutt* le/i medic*, nel settore stazionario e anche in quello ambulatoriale. Che la mia - più che buona - paga mensile da medico di base, quella del medico ospedaliero, di 15'000 CHF sia inferiore alla somma che un oftalmologo fattura in una mezza giornata di operazioni di cataratte, deve farci capire che anche in questo settore esiste un immenso potenziale di risparmio. In più finirebbe la domanda indotta dall’offerta.
Altro che voler risparmiare 300 milioni all’anno a livello federale …
Capirete sicuramente che queste proposte non supereranno mai i veti incrociati delle varie lobbies, assieme a quella contadina del “Purekönig” Ritter le più potenti a Palazzo federale, quelle di Big Pharma, accoppiata a quella delle Casse malati e quella delle varie corporazioni de* medic* e cliniche privat*, tutt* unit* a difendere le loro più che laute prebende “e nümm a pagom” come direbbe ul poro Nano.
Chi pensa che EFAS sia la soluzione miracolosa per la quale ci è stata venduta da chi la voleva, cioè dalle “Tre Sorelle” appena nominate, non ha ancora capito, che casse malati e cliniche private ci metteranno nelle loro comuni reti integrate come i tonni prima della mattanza. “Viva Ticino”, la rete integrata di Swiss Medical Network (i centrimedici e le cliniche private di Ars Medica e di Sant’Anna) con la cassa malati Visana insegna.
EFAS in mano ad una cassa malati unica e pubblica e - ripeto - con premi secondo reddito e sostanza, potrà avere il potere necessario onde poter costringere con la forza Big Pharma, le cliniche private e le corporazioni dei medici a contribuire alla realizzazione di un sistema sanitario più equo, giusto e di qualità nel nostro paese e di controllarlo efficientemente.
In attesa della chirurgia curativa non ci resta altro che somministrare alla sofferenza di tante persone delle misure di medicina palliativa: ripristinare i sussidi RIPAM, limitare i premi di cassa malati al 10% del reddito e mandare un segnale forte dal Ticino a Berna, dal cantone più colpito dai continui aumenti dei premi di cassa malati..
In questo senso vi prego di sostenere - anche a nome di tante famiglie e persone singole nel nostro cantone - queste nostre iniziative: un segnale forte dal Ticino a Berna.