È accaduto. Di nuovo.

Una giovane vita, già vulnerabile, per suoi problemi di salute noti alla Segreteria di stato della migrazione (SEM) e a tutte le persone che fanno parte del sistema d’asilo nei centri federali (CFA) di Chiasso e Balerna, si é spenta.
È accaduto di nuovo e di nuovo la SEM risponde con il suo silenzio glaciale che nulla ha di rispettoso nei confronti della persona che cercava protezione e ha trovato la morte.

Questo silenzio è impregnato di omertà, di falsità, di ipocrisia!

Non basta presentarsi alle funzioni in memoria di quanto accaduto per riportare in vita un essere umano, lenire il dolore di sua madre, confortare e accompagnare tutte le altre persone alloggiate nei centri.

È ora di dire basta! È ora che tutte le persone che ancora ritengono fondamentale il rispetto della dignità e della vita umana si ribellino a questo sistema crudele che semina morte.

Un altro modo è possibile!
Lo diciamo da anni:

  • bisogna spezzare l’isolamento in cui vengono costrette a vivere le persone che chiedono asilo,
  • denunciare la violenza che subiscono, sia fisica da parte di Securitas e polizia, che psicologica,
  • denunciare l’umiliazione e l’iniquità delle procedure, l’indifferenza dei funzionari, degli operatori, dei rappresentanti legali che lavorano nei centri federali e negli uffici della SEM,
  • bisogna creare una società in cui il valore degli esseri umani non venga determinato dal possesso o meno di un pezzo di carta o dal colore della pelle.

Sin dall’inizio abbiamo detto che grandi centri, come quelli federali, non vanno bene perché persone fragilizzate dalle situazioni che hanno subito vengono messe insieme in un contesto ostile con altre persone che già stanno male.
Si cominci, perlomeno, con l’aprire i cancelli lasciando libere le persone di circolare e socializzare; è essenziale dare a questi centri una dimensione più umana e familiare. Ci si attrezzi per fornire un accompagnamento e un supporto psicologico concretamente effettivo da subito.

Soprattutto adesso dopo due tragiche morti così ravvicinate, si permetta alle persone rimaste in vita di poter accedere a quel supporto minimo che è di solito garantito in queste situazioni. È importante poter capire e poterne parlare. È fondamentale offrire dei momenti di parola collettivi all’interno del CFA. 
Esiste un “care team Ticino” che è a disposizione per situazioni in cui è necessario “un supporto a vittime di un evento traumatico”. Usiamo tutti i mezzi a disposizione che abbiamo per essere di consolazione e conforto.

Noi non smetteremo mai di chiedere a gran voce questi cambiamenti del sistema d'asilo e continueremo a lottare al fianco di tutte le persone migranti.

VOGLIAMO ESPRIMERE PIENA SOLIDARIETÀ con le persone dei CFA di Chiasso e Balerna    
e chiamiamo un PRESIDIO SOLIDALE E ANTIRAZZISTA DOMENICA 4 MAGGIO 2025 alle ore 14.00 davanti al centro di Chiasso accanto alla stazione dei treni.

25.04.2025
Collettivo R-esistiamo
Soa Molino