Il 31 dicembre 2021 in Ticino quattro corrieri sono licenziati su due piedi. Ad esser precisi, non sono stati licenziati, ma non sono stati riassunti dalla nuova azienda che ha rilevato il subappalto della ditta precedente. I dipendenti della vecchia ditta sono stati tutti riassunti, tranne i quattro. La loro colpa? Aver lottato per condizioni di lavoro dignitose e contro un sistema di sfruttamento scientemente pianificato, affiancati dal sindacato Unia.

L’esecutore dei licenziamenti? Un padroncino a cui è stato affibbiato l’incarico di costituire su due piedi una ditta che garantisse al flusso di produzione di non interrompersi dopo il cambio di subappalto. Il mandante? Dpd, colosso della distribuzione delle consegne nel mondo e in Svizzera, che ha costruito il suo sistema di «contenimento dei costi» sullo sfruttamento del personale delegato in subappalto.

Malgrado alle porte delle vostre case a consegnarvi un pacco troverete un corriere con divisa Dpd, al volante di un furgone Dpd, gui §dato nel suo giro da un algoritmo Dpd, quel corriere non è alle dipendenze di Dpd. In Svizzera, l’azienda francese subappalta il lavoro a un’ottantina di aziende. Lo scaricabarile del subappalto produce condizioni di lavoro indecenti consentendo un risparmio di un terzo dei costi del personale e infine maggiori profitti per Dpd.

A far apparire ancor più grottesca la situazione è che Dpd appartiene alla francese Geo Post, di proprietà dei cittadini francese. Mani pubbliche dunque. Ma è un paradosso solo apparente, frutto di un processo ben noto. È il risultato della cultura economica implementata dalle aziende di servizio pubblico a cui è stata imposta la supremazia del profitto su qualsiasi altra considerazione. Il risultato del processo di privatizzazione di un servizio pubblico, in altre parole. La sfrenata ricerca del profitto sulla pelle dei lavoratori imposta dalla politica con la privatizzazione ha partorito il sistema Dpd. È bene mai dimenticare il processo all’origine delle schifose condizioni di sfruttamento all’azienda francese in Svizzera e delle brutale repressione nei confronti di quei lavoratori che rivendicano dignità.