In Svizzera è inconsueto che un governo cantonale decida di chiedere al Consiglio federale un cambiamento di rotta su argomenti di politica estera, materia trattata quasi esclusivamente da Consiglio Federale e Camere. A maggior ragione ha quindi suscitato sorpresa e interesse la lettera che il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha scritto al Consiglio federale per chiedere un radicale cambiamento di rotta sulla tragedia umanitaria in corso a Gaza. Nella nota si sollecita una chiara e decisa condanna della Confederazione nei confronti del governo di Benjamin Netanyahu per le gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e le tragedie tuttora in corso nell’enclave palestinese, chiedendone l’immediata interruzione.

Mentre alcune città svizzere (ieri anche Lugano) si sono già rivolte al governo federale con la stessa richiesta, il Ticino è il primo e finora unico cantone svizzero a prendere una simile iniziativa, che arriva addirittura a chiedere maggiore “coraggio” al Consiglio federale, indicando una serie di richieste tutte volte a restituire alla Svizzera il suo “tradizionale impegno” nella denuncia della violazione dei diritti umani. Un documento duro nel tono, molto chiaro nella sostanza politica, che inevitabilmente chiama in causa soprattutto il responsabile della diplomazia elvetica, Ignazio Cassis, da più parti rimproverato negli scorsi mesi per il suo prolungato e incomprensibile silenzio.

Dell’iniziativa del governo cantonale abbiamo discusso [N.d.r. intervista di Naufraghi] con la Consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti.



Situazione umanitaria in Palestina: appello al Consiglio federale

Il Consiglio di Stato ha inviato oggi una lettera al Consiglio federale in relazione alla situazione umanitaria in Palestina. La richiesta è che la Svizzera assuma una posizione di condanna nei confronti delle violazioni del diritto internazionale umanitario, commesse dalle forze armate dello Stato di Israele nell’ambito dell’occupazione della Striscia di Gaza.

Il Ticino, come il resto del mondo, sta assistendo al progressivo deterioramento della situazione umanitaria in Palestina, divenuta da tempo insostenibile. Il Governo ticinese ritiene che gli sforzi attuati dalla Svizzera a protezione della popolazione di Gaza siano insufficienti e che sia giunta l’ora che la Svizzera assuma una chiara e coraggiosa posizione di condanna nei confronti dell’occupazione israeliana e delle violazioni del diritto internazionale umanitario, onorando così la tradizione umanitaria elvetica, come esplicitato anche dall’articolo 54 della Costituzione federale, e soprattutto dalla sua responsabilità di Paese depositario delle Convenzioni di Ginevra.

Nel dettaglio, la lettera del Consiglio di Stato ticinese chiede che il Consiglio federale, senza ulteriori indugi:

  • si adoperi per favorire una pace duratura in Medio Oriente basata sul dialogo;

  • faccia in modo che siano garantiti tutti gli sforzi diplomatici affinché venga ristabilito urgentemente il rispetto del diritto umanitario internazionale;

  • condanni in modo chiaro e inequivocabile le gravissime e reiterate violazioni del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario commesse nella Striscia di Gaza dal Governo dello Stato di Israele, ribadendo la necessità di una liberazione immediata di tutti gli ostaggi israeliani ancora detenuti da Hamas;

  • operi perché siano garantiti l’immediata distribuzione e l’accesso agli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza attraverso il CICR e le organizzazioni internazionali riconosciute e i canali consueti in ottemperanza alle Convenzioni vigenti, ed evitando qualsivoglia politicizzazione dell’aiuto umanitario.

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