Un tempestoso vento bellicista sta scuotendo l’Europa e su questa scia l’Unione Europea (UE) ha deciso un enorme investimento di quasi 800 miliardi per il riarmo nel Vecchio Continente. Nell’editoriale dell’ultimo numero dei Quaderni Alternativi (n˚ 54) abbiamo definito l’Europa marziale una bomba antisociale. È difatti evidente che queste enormi spese per armamenti dovranno essere finanziate con feroci tagli nel welfare e già una serie di ministri nonché il neoeletto segretario della NATO Rutte, l’hanno fatto capire in termini più o meno velati. È evidente che tutto ciò avrà delle gravi conseguenze politiche. Tutte le tornate elettorali recenti, sia in Europa sia negli Stati Uniti, hanno messo in risalto come le classi sociali più sfavorite, vittime di una crisi sociale sempre più severa, abbiano votato massicciamente per l’estrema destra. Un fenomeno simile a quanto era capitato 100 anni fa sia in Italia che in Germania.

Un aspetto molto preoccupante di questa follia bellicista è che, non avendo l’UE un esercito comune, il riarmo avverrà a livello nazionale. Nucleo forte ne sarà il massiccio riarmo tedesco: non per niente la Von der Leyen era stata ministra della difesa in Germania. A favore di questo enorme investimento bellico, il nuovo cancelliere Merz (che negli ultimi anni è stato uno dei capi di BlackRock, il più grande gruppo d’investimenti speculativi al mondo, al quale appartiene già ormai buona parte anche dell’economia dell’Ucraina) ha addirittura buttato alle ortiche il sacrosanto dogma teutonico del freno all’indebitamento, che era sempre stato usato per bloccare le spese sociali. Merz l’ha fatto con un mini-colpo di stato, facendo cioè votare la riforma costituzionale in quattro e quattr’otto dal vecchio parlamento, in quanto nel nuovo, uscito dalle recenti elezioni, non avrebbe più avuto la necessaria maggioranza dei due terzi.

Questa bufera bellicista spira anche a Berna, dove all’esercito si sta concedendo di tutto e di più. Personalmente sono molto preoccupato del massiccio riarmo tedesco (la storia dovrebbe pur insegnarci qualcosa!) che temo di più del cosiddetto pericolo russo, con cui si tenta di giustificare questa follia bellicista. Che i carri armati di Putin possano arrivare sino a Lisbona è una telenovela demagogica, priva d’ogni base reale, tenendo conto che la Russia è uno stato al limite del fallimento e con un esercito convenzionale che equivale più o meno a quello della Turchia. In tre anni di guerra, l’esercito russo ha conquistato pochi chilometri di un’Ucraina a cui fanno sempre più difetto i soldati. Anche se, come ha rivelato ultimamente il New York Times, la conduzione della guerra sin dall’inizio è sempre stata nelle mani dei generali americani.

Ma torniamo alla Germania: qualche giorno fa un sondaggio ha rivelato che attualmente l’AfD è quasi in procinto di superare la forza elettorale della CDU. Se la crisi economica si aggraverà, ciò avverrà molto probabilmente. Quindi immaginiamoci una Germania riarmata sino ai denti, in cui l’AfD da sola o in combinazione p. es. con la CSU bavarese (che ha posizioni quasi altrettanto reazionarie e revansciste) arrivi al potere. C’è da rabbrividire. A poco a poco per fortuna l’opinione pubblica europea sembra però rendersene conto. L’enorme successo della manifestazione del 5 aprile a Roma, in cui più di 100.000 persone hanno richiesto a grande voce che si rinunci a questa follia bellicista, si spiega in parte anche con questo timore di una Germania riarmata. Purtroppo anche stavolta il PD si è scisso e ha perso un’altra occasione per essere dalla parte giusta della storia e della sinistra radicale.

Tratto da area del 18.04.25