Il dibattito è partito dall’iniziativa popolare del PPD, che chiede che quando i premi di cassa malati aumentano sproporzionatamente rispetto al costo della vita, si prendano delle misure correttive, naturalmente senza dire quali. Per lanciare l’idea di un controprogetto, il Consigliere Federale Berset  proponeva perciò di definire un obiettivo di costo per ogni settore di prestazione (ambulatoriale, ospedaliero, ecc.), introducendo anche la possibilità di ritoccare le tariffe verso il basso, qualora i costi oltrepassassero questo obiettivo. Si tratta del meccanismo che sta per esempio alla base del sistema canadese che permette a questo paese di spendere circa la metà di quanto si spende negli Stati Uniti ed ottenendo nonostante ciò risultati perlomeno uguali.

Apriti cielo: il PPD, di fronte a questa unica misura efficace per realizzare gli obiettivi della sua iniziativa popolare, vi si è ferocemente opposto, assieme a tutte le lobby sanitarie, dalle casse malati al FMH. Ma non solo, il suo presidente Gerhard Pfister, che a proposito di sparate se la contende con Marco Chiesa, aveva poi tuonato con voce baritonale contro i troppi parlamentari che rappresentano semplicemente le lobby del settore, facendo un minestrone di tutto, non sapendo neanche distinguere tra chi è un manager cassamalataro e chi rappresenta il mondo infermieristico.

Ma la ciliegina sulla torta, se così ci si può esprimere, è rappresentata dalla Consigliera Nazionale Argoviese Ruth Humbel (sempre PPD), portavoce ufficiale del PPD (o Alleanza di Centro che dir si voglia), su questi temi e che sotto la Cupola Federale viene si solito definita come “la signora cassa malati”, visti i suoi legami strettissimi (anche finanziari) con questo settore. Bla, bla, bla.