La risoluzione condanna il bloqueo come contrario al diritto internazionale, soprattutto, ma non solo, per gli aspetti extraterritoriali: cioè, per il fatto che gli Stati Uniti si arrogano il diritto di punire qualsiasi persona che in qualsiasi paese intrattiene relazioni economiche con Cuba (e anche noi svizzeri ne siamo vittime!). Questa volta la condanna all’Assemblea Generale dell’ONU della politica statunitense verso Cuba è stata schiacciante: 187 paesi hanno votato a favore della risoluzione, solo gli Stati Uniti ed Israele si sono opposti, l’Ucraina si è astenuta.
Questo risultato schiacciante si spiega soprattutto con il fatto che tutti si rendono conto che, sfruttando le difficoltà create dalla pandemia (scomparsa del turismo per due anni) a Cuba, gli Stati Uniti stanno ora letteralmente cercando di affamare la popolazione dell’isola per spingerla a ribellarsi.
Il bloqueo è quindi definitivamente diventato una politica criminale, che è stata anche condannata da un tribunale dei popoli, convocato il 16/17 novembre a Bruxelles da diverse organizzazioni di giudici democratici di svariati paesi. Durante le sedute del Tribunale, presieduto da N. Paech, professore di diritto internazionale di Amburgo, Franco Cavalli, quale presidente di mediCuba-Europa, ha presentato una serie di casi e di evidenze che dimostrano come il bloqueo è responsabile di molti dei problemi con cui è confrontato il sistema sanitario cubano e direttamente o indirettamente con la morte di molti pazienti. Perciò nella sua sentenza il Tribunale ha definito il bloqueo un crimine contro l’umanità. Su tutto ciò ritorneremo nel prossimo numero di questi Quaderni.
Per ora costatiamo come i nostri media abbiano totalmente sottaciuta la condanna alla quasi unanimità da parte dell’Assemblea Generale dell’ONU della politica statunitense verso Cuba. Quando la stessa assemblea con una maggioranza molto più ristretta ed una cinquantina di
astensioni aveva condannato l’intervento militare russo in Ucraina, ce ne avevano parlato per dei mesi.