Il trafiletto dall’omonimo titolo apparso sull’ultimo numero dei nostri Quaderni, nel quale era questione del silenzio quasi totale riscontrato dai nostri cicli di formazione presso certe formazioni politiche di sinistra, ha suscitato diverse reazioni. Yannick Demaria (Gioventù Socialista) e il Partito Comunista, in particolare, hanno chiesto di esercitare un diritto di replica. Trovate qui di seguito le loro reazioni, pubblicate integralmente, alle quali aggiungiamo due nostre brevi risposte.
Ne approfittiamo per ricordare che la prossima seduta del nostro ciclo di formazione «Marx vivo» avrà luogo sabato 26 febbraio su Zoom (e non il 19 presso la Casa del Popolo come inizialmente annunciato), dalle 10:00 alle 12:00. Le interessate e gli interessati possono ottenere l’accesso alla sala Zoom contattando l’indirizzo
Yannick Demaria
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Caro compagno, e car* compagn* della GISO, ci teniamo a scusarci con voi per il grossolano errore apparso nel nostro trafiletto! Si è trattato, come sottolineato bene nella vostra replica, di un (brutto) errore politico e giornalistico. Come avrete immaginato, questo errore non è stato fatto in cattiva fede, ma è stato frutto di un problema di comunicazione interna al momento dell’intensa fase di chiusura dell’ultimo numero. Ci scusiamo per questo brutto scivolone, con l’auspicio che esso non pregiudichi le buone relazioni tra le nostre organizzazioni politiche! |
Partito Comunista
Sull’ultimo numero dei Quaderni si legge come il Partito Comunista e i suoi «capoccia» (che termine lusinghiero!) non avrebbero onorato l’impegno per ...unire la sinistra. Il motivo? Non abbiamo inviato delegazioni di compagni ai corsi di formazione promossi unilateralmente dal FA. Tralasciamo i toni che per la vostra testata appaiono piuttosto coloriti del tipo «non ci ha[nno] cagati manco di striscio» e andiamo al dunque. Noi – che probabilmente per il vostro articolista rientriamo nella categoria delle «altre piccole realtà [che] hanno fatto di Marx il loro pane quotidiano» – abbiamo abitudine di lavorare sulle questioni formative con un certo metodo, come peraltro si conviene fra partiti politici indipendenti e cioè: i corsi di formazione per i nostri militanti – che non sono paragonabili a «semplici» conferenze culturali pubbliche – di solito li concepiamo come interni e non li appaltiamo ad altre organizzazioni, ma li organizziamo da noi secondo le necessità del nostro Partito e dell’interesse dei nostri membri. Altra cosa sono invece le tavole rotonde, i dibattiti, le conferenze, ecc. che si intendono fin da subito come momenti appunto «unitari» di confronto: allora ci saremmo, ma le si prepara insieme dalla definizione dei contenuti alla scelta dei relatori e nel rispetto delle peculiarità politico-ideologiche di ciascuno. Non ci risulta fosse questo il caso. Infine se sull’attualità di Marx non abbiamo dubbi (anzi, siamo forse stati i primi fin dal 2008 a fare cicli di formazione per i giovani sul marxismo), il tema della «nuova sinistra degli anni ’70» oltre a non rientrare nelle nostre attuali priorità quale «corso di formazione», non appartiene alla tradizione del Partito del Lavoro a cui ci richiamiamo ed è ancora oggi un tema alquanto divisivo: non si costruisce insomma oggi l’unità della sinistra sulla base di diatribe sull’operaismo di 50 anni fa, a meno che non riteniate che un dibattito storico sia urgente e allora lo si prepara insieme con una pluralità di esperti. Infine, sempre nel nome dell’unità di cui vi fate latori, avremmo gradito essere informati del presidio di protesta contro le morti sul lavoro che avete organizzato coinvolgendo altre sigle ma non la nostra. Il Partito Comunista è abituato a collaborare su più fronti con associazioni e sindacati, inoltre non si tira mai indietro a confronti leali per divulgare e approfondire la prospettiva di un mondo giusto. Non ci aspettavamo dal FA questo tipo di formalismo, la rivoluzione non è un pranzo di gala e nemmeno una formazione mancata. |
Care compagne, cari compagni, forse siamo stati davvero troppo formali, ma ci fa comunque piacere che con questa lettera abbiate finalmente reagito anche voi al nostro invito, dopo la GISO, il POP e le Giovani Verdi (e potremmo aggiungere anche i militanti e parlamentari PS che hanno partecipato agli incontri malgrado i silenzi della loro dirigenza).
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