Un piccolo esempio delle ultime elezioni comunali: analizzando i risultati di Bellinzona tutti o quasi sono usciti con titoloni “solo 67 voti di vantaggio di Mario Branda su Simone Gianini”. In realtà i voti di vantaggio - se proprio si voglia usare questo termine – erano attorno ai 1’200. Difatti, non avendo la possibilità di cancellare, come alle elezioni federali, ogni voto di lista dà automaticamente un voto personale a tutti i candidati presenti. Siccome il PLR ha fatto globalmente all’incirca 1’100 voti di lista più di “PS e PC”, automaticamente Gianini partiva con 1’100 voti personali in eccedenza. Per fare un altro esempio: se in una corsa, un concorrente parte 10 secondi prima dell’altro e l’avversario alla fine lo batte di un secondo, il vantaggio su quest’ultimo è di 11 secondi e non di 1 secondo.
È vero, il sistema elettorale ticinese è estremamente complesso e, non per niente, arrivano prima i risultati elettorali in India, che non quelli per i Consigli Comunali o il Gran Consiglio in Ticino. Ma da qui a non capirlo ce ne dovrebbe passare di strada, anche per i nostri commentatori politici.