Che questa nuova guerra fredda possa magari poi sfuggire di mano e diventare calda, è un’ipotesi tutt’altro che peregrina: per capirlo non c’è bisogno di scomodare Tucidide e la sua trappola, basta pensare alla schiacciante superiorità militare statunitense, con presenza di basi militari in ben 166 paesi.

Ma torniamo alla RTSI: non siamo ancora al “pericolo dei musi gialli”, ma le frasette, i titoli provocatori ed i commenti sicuramente di parte ormai si moltiplicano. Un solo esempio. Ultimamente parlando di Hong Kong il commentatore disse “Questo nuovo atteggiamento di Pechino non cambia le regole democratiche ad Hong Kong, ma aumenta l’ingerenza cinese”. Ohibò: anche per gli accordi internazionali (“una nazione, due sistemi”) Hong Kong fa parte della Cina. Questo è sconosciuto a Comano? Varrebbe forse piuttosto la pena ricordare che 200 anni fa lo smembramento della Cina da parte delle potenze occidentali cominciò proprio ad Hong Kong (ciò che spiega anche certe suscettibilità di Pechino), e che nonostante quasi un anno di proteste spesso molto violente, non ci sono stati praticamente vittime, contrariamente a quanto avvenuto per esempio in Francia con i gilets jaunes o quanto avviene regolarmente e continuamente a Santiago de Cile, a Bogotà e in tanti altri posti regolarmente dimenticati dai nostri commentatori.