È capitato qualche tempo fa anche al nostro Franco Cavalli, che ha avuto la malaugurata idea di scrivere un post su Facebook a sostegno del salario minimo, commentando il premio Nobel per l’economia attribuito a David Card e colleghi (su questo tema, si veda l’intervista al prof. Sergio Rossi pubblicata in questo Quaderno). Come ci si poteva aspettare nel far west lavorativo ticinese, una voce si è subito levata nell’etere, criticando duramente le affermazioni del buon Franco.
Chi potrebbe prendersela tanto per delle parole spese a favore del salario minimo? Il solito Pamini? Il suo amico di merende Morisoli? L’inossidabile Tito Tettamanti? Macché! Le critiche sono arrivate nientepopodimeno che da Andrea Ghisletta, uno dei numerosi figli d’arte della GISO ticinese, astro nascente del PS. Facendo sfoggio del suo forbito vocabolario da aspirante tecnocrate, Ghisletta jr. ha così tenuto a ricordare che il grande merito di Card non sono certo i suoi studi sul salario minimo, ma le sue innovazioni metodologiche! Poco importa che il povero Franco stesse esplicitamente riassumendo un articolo del New York Times firmato da Paul Krugman, premio Nobel per l’economia nel 2008: evidentemente il Ghislettino la sa più lunga anche di quest’ultimo…
Chissà come mai gli elettori di sinistra del Magnifico Borgo han deciso di trombarlo alle elezioni comunali dello scorso aprile. E dire che, oltre ad essere simpatico, è anche dotato di notevole acume politico: era proprio notizia di quei giorni che il suo partito voleva lanciare un’iniziativa per il salario minimo. Complimenti per il tempismo, caro Ghislettino!