Di fronte al crescente malumore popolare per la scadente qualità del servizio offerto da ScotRail, in caduta libera da ormai trent’anni, il governo di coalizione guidato dal Partito Nazionale Scozzese (SNP) ha quindi deciso di prendere in mano la situazione, obbligando la multinazionale olandese dei trasporti Abellio, ultimo proprietario privato di ScotRail, a cedere la compagnia in mani pubbliche.
Questa decisione è stata resa possibile proprio dalla Brexit: i trattati costitutivi dell’UE, di ispirazione liberale, impediscono la proprietà pubblica in settori come quello dei trasporti, tanto che gli organi dell’UE intervengono regolarmente per redarguire e penalizzare quegli Stati membri che non si sono ancora decisi a privatizzare interamente le loro ferrovie. Gli Scozzesi, costretti ad uscire dall’UE contro la loro volontà, non se ne sono stati con le mani in mano e hanno fatto di necessità virtù cogliendo questa opportunità offerta dalla Brexit.
In un contesto in cui, anche da noi, si spinge per un ulteriore privatizzazione delle ferrovie, i nostri media si son guardati bene dal riportare questa notizia che contraddice la loro narrazione. Quanto avvenuto in Scozia mostra infatti che lo Stato può intervenire in settori chiave dell’economia oggi in mani private, che l’UE impone delle ricette neoliberali agli Stati membri in modo antidemocratico e che la Brexit apre degli spiragli importanti per delle politiche progressiste di sostegno al servizio pubblico.
E non va dimenticato poi che quegli stessi giornalisti che oggi passano sotto silenzio questa notizia e pretendono di dare lezioni sulla politica internazionale, in occasione del referendum sull’indipendenza scozzese del 2014 ci avevano presentato l’SNP come una versione in kilt e cornamusa dell’UDC… mentre il partito è di ispirazione socialdemocratica, si situa alla sinistra del Partito laburista e governa oggi in alleanza con i Verdi! Cosa non farebbero certe persone pur di salvare lo status quo e con esso il tepore che scalda i loro bei culetti…