A dirlo è Larry Fink, boss del fondo di investimenti più potente del mondo, BlackRock. Basti pensare che BlackRock, nato con la caduta del muro di Berlino, maneggia oggi circa 10’000 miliardi di dollari, che sono più del PIL di Germania, Francia e Italia messi assieme. Fondamentalmente questa gigantesca impresa di capitalismo finanziario è nata da un algoritmo (Aladin), che analizza milioni di volte al giorno ogni dato borsistico e ne tira le conseguenze. Un algoritmo, insomma, pervasivo come quello di Google: “Da quando ti alzi la mattina e fai colazione, ti vesti, prendi la macchina, vai a lavorare, accendi il computer ed usi il tuo smartphone, in ogni momento BlackRock è presente” (Butcher, BlackRock, 2015).
Nella sua lettera annuale agli azionisti Larry Fink, boss del fondo di investimento, non solo dichiara che questa guerra segna la fine della globalizzazione (cioè che potrebbe anche fare piacere), ma predice anche quali saranno le conseguenze economiche dirette: “le Banche centrali dovranno decidere se vivere con un’alta inflazione o rallentare l’economia e diminuire l’occupazione per abbassarla”. Ma soprattutto descrive molto bene come gli alti costi dell’energia creeranno un’enormità di problemi economici “a chi meno può affrontarli”. Pagherà dunque chi già ora non ha di che pagare. C’è veramente poco da stare allegri.