Su questa grossa e spontanea manifestazione di simpatia (c’è stato chi ha detto “il 90% dell’USI è con lui”) non c’è il minimo accenno nel lungo articolo con cui il CdT riferisce del Dies, svoltosi secondo loro “in un’atmosfera tutto sommato fredda”. Tra le righe poi l’articolo è molto critico sull’elaborato e complesso discorso dell’ex rettore, in quanto egli avrebbe voluto marcare una distanza molto netta con il mondo ticinese: quello politico e quello sociale. Ecco perché egli, come viene definito nel titolo, è rimasto “solo”.
Noi abbiamo sentito giudizi molto diversi su questo discorso: c’è chi addirittura l’ha definito “il discorso di un gigante in un mondo di nani”. Il cronista se la prende poi soprattutto con la giornalista Serena Tinari, a cui Boas Erez aveva affidato la scelta di tenere la prolusione. Effettivamente la giornalista investigativa, che ha subito citato come suo mentore l’indimenticato e l’indimenticabile Gianfranco Domenighetti, è stata parecchio critica contro la stampa mainstream, i social media manipolatori, l’autocensura e le risposte semplici ai problemi di una società complessa. Al giornalista del CdT ha dato soprattutto fastidio che la Tinari abbia addirittura inneggiato a J. Assange: tutto dire!
Chiunque sarà il prossimo rettore, è ormai avvisato: sarà meglio che faccia attenzione al mondo politico cantonticinese che conta.