Non c’è dubbio alcuno che la questione dei migranti rappresenti il peggiore dei vari fallimenti dell’UE, proprio perché Bruxelles non tralascia mai occasione per dare lezioni di democrazia ed umanità a molti paesi ai quattro angoli del mondo. Sul tema c’è anche un diffuso silenzio mediatico, per cui pure l’opinione pubblica sembra interessarsi in modo svogliato a queste tragedie quotidiane. Solo quando le stragi coinvolgono centinaia di persone, soprattutto se si tratta di donne e bambini, l’opinione pubblica sembra risvegliarsi e per un attimo prendere coscienza della tragicità della situazione.

È stato così per quanto è capitato in primavera in Calabria ed il tutto si è ripetuto il 14 giugno nella strage avvenuta nella baia di Pylos (Peloponneso), dove da 500 a 600 migranti sono annegati, tra cui all’incirca un centinaio di donne e bambini. In entrambi i casi c’è stato un enorme ritardo nell’intervento, nonostante le segnalazioni arrivate da varie fonti, da parte di chi in Italia e in Grecia avrebbe dovuto soccorrere i migranti. In entrambi i casi ci sono anche sospetti che fanno pensare che si sia appositamente intervenuti con lentezza, in modo “sbagliato” e con mezzi inadeguati. Su quanto avvenuto in Calabria sta investigando la giustizia italiana, lo stesso sembrerebbe essere il caso in Grecia.

Una serie di parlamentari europei di area eco-socialista mette però fortemente in dubbio che in questo caso ci si possa fidare della giustizia e della polizia greca, quest’ultima ben nota per le sue tendenze razziste e spesso filonaziste. Secondo indiscrezioni pubblicate dal New York Times, a Pylos c’è stato dapprima un enorme ritardo “voluto”, in seguito l’intervento sarebbe avvenuto con un’imbarcazione assolutamente non adeguata e nella quale erano presenti soprattutto poliziotti armati. Sembra che invece di soccorrere l’imbarcazione, si sia cercato di trainarla verso le acque internazionali, per “disfarsene”. Durante questa manovra, sempre secondo queste indiscrezioni, l’imbarcazione strapiena si sarebbe rovesciata. Se così fosse, saremmo confrontati con un crimine contro l’umanità assolutamente paragonabile ad alcuni di quelli avvenuti in Ucraina e per cui da più parti si richiede l’istituzione di un tribunale internazionale.

Ci sarà mai qualcuno che farà seriamente la stessa richiesta per queste stragi dei migranti?