L’iniziativa per la biodiversità che voteremo a settembre è un bel esempio di come troppo sovente le Camere trattano le iniziative: il fronte contrario da una parte pur ammettendo inizialmente che il problema esiste non accetta ora l’iniziativa ma nemmeno accettò il compresso del controprogetto. In questo caso il Consiglio Nazionale che aveva approvato il controprogetto proposto dal Consiglio Federale ha dovuto soccombere al Consiglio degli Stati che a due riprese l’ha bocciato.

E adesso si dipinge il diavolo sul muro, si paventano enormi superfici sottratte all’agricoltura quantificando in 30% della superficie nazionale o 900’000 ettari l’equivalente del Cantoni BE FR SO NE, la superficie che andrebbe dedicata alla protezione della biodiversità. Ma leggiamo bene il testo dell’iniziativa che prevede l’aggiunta dell’Art.78a Paesaggio e biodiversità con 4 paragrafi.

  1. A complemento dell’articolo 78, la Confederazione e i Cantoni provvedono, nell’ambito delle loro competenze, affinché: 
    – siano preservati i paesaggi, i siti caratteristici, i luoghi storici, nonché i monumenti naturali e culturali degni di protezione; 
    – la natura, il paesaggio e il patrimonio architettonico siano tutelati anche al di fuori degli oggetti protetti; 
    – siano messi a disposizione le superfici, i mezzi e gli strumenti necessari per la salvaguardia e il rafforzamento della biodiversità. 
  2. Sentiti i Cantoni, la Confederazione designa gli oggetti protetti d’importanza nazionale. I Cantoni designano gli oggetti protetti d’importanza cantonale.
  3. Gli interventi rilevanti sugli oggetti protetti della Confederazione devono essere giustificati da interessi preponderanti d’importanza nazionale; gli interventi rilevanti sugli oggetti protetti dei Cantoni devono essere giustificati da interessi preponderanti d’importanza cantonale o nazionale. L’essenza dei valori protetti dev’essere conservata intatta. Alla protezione delle paludi e dei paesaggi palustri si applica l’articolo 78 capoverso 5.
  4. La Confederazione sostiene i provvedimenti dei Cantoni per la salvaguardia e il rafforzamento della biodiversità.

Quindi a parte quelli per la numerazione dei paragrafi non c’è un numero che quantifichi superfici ma solo obiettivi generici e l’attuazione spetta Confederazione e Cantoni che sappiamo non essere consessi di ambientalisti che si incollano sull’asfalto, ma che di regola, purtroppo, aggiungono molta acqua al vino, il 30% che i contrari continuano a sbandierare è un indicatore internazionale che non è richiesto né riportato dall’iniziativa.

È persino stato presentato uno “studio” che indicherebbe che in Svizzera la biodiversità non è a rischio(sic). Siamo un po’ allo stesso livello di chi contestava ancora recentemente il cambiamento climatico argomentando con la traversata delle Alpi di Annibale a dorso di elefanti.

Seppure in assenza di un controprogetto che avrebbe già definito con precisione che cosa si vuole ottenere, possiamo comunque tranquillamente votare SI confidando che l’implementazione porti ad un miglioramento della delicata situazione in cui si trova la biodiversità in Svizzera senza trasformare il 30% del Paese in Parco Nazionale come pretendono gli avversari.

 

* Bruno Storni, Consigliere Nazionale