Oltre il danno anche la beffa. Il Consiglio federale propone di abolire la rendita di vedovanza. La Svizzera è fuorilegge perché concedeva la rendita alle vedove e non ai vedovi, con una flagrante discriminazione, denunciata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Chi perde il marito avrà diritto a una rendita per soli due anni, se non ha figli a carico di meno di 25 anni.

Una riforma che farà risparmiare un miliardo di franchi alle casse dell’AVS e della Confederazione, se verrà approvata dal Parlamento e se non sarà bocciata in un eventuale referendum. Questo è il danno, soprattutto contro le donne, che rappresentano la parte più fragile della popolazione.

Ma non manca la beffa, come rivela il Tages Anzeiger. Questa misura di risparmio non vale per chi l’ha decisa. Per i membri del Consiglio federale, del Tribunale federale e della Cancelleria, rimane valida la vedovanza. Per i ministri in carica o dimissionari, per uomo e donna: 142 mila franchi l’anno. Senza vergogna?

L’AVS viene picconata, mentre la povertà degli anziani, nella ricca Svizzera, è in continuo aumento. 300 mila persone, soprattutto donne, sono minacciate di povertà al momento di andare in pensione. 

Il 3 marzo si voterà sull’iniziativa popolare che propone di introdurre una tredicesima AVS, promossa dall’Unione sindacale svizzera (USS): “Vivere meglio la pensione”.

 

 

È una misura necessaria visti l’inflazione, il costo dell’assicurazione malattia, l’aumento della spesa per l’energia, i tassi ipotecari o gli affitti. La tredicesima per gli anziani compenserebbe solo in parte queste maggiori spese degli ultimi anni.

Con 2’450 franchi in più la rendita per la persona singola ammonterebbe a 31’850 franchi annui. Per le coppie 3’675 franchi in più porterebbero la pensione annuale a 47’775 mila franchi. Per chi ha un secondo pilastro debole e nessun risparmio, la tredicesima non è un lusso, ma un bisogno. Secondo Pro Senectute, il 13,9 % delle persone con più di 65 anni ha un reddito mensile inferiore alla soglia di povertà (2’279 franchi).

La 13esima mensilità per i pensionati è una necessità: il 3 marzo bisogna votare e far votare a favore dell’iniziativa, promossa dall’USS, sostenuta da UNIA, da Travail.Suisse, dall’OCST, dal Partito socialista e dai Verdi. Parlamento e Consiglio federale, assieme ai partiti borghesi, propongono di respingere la riforma. Si ripete la solita solfa: costerebbe troppo! In particolare si critica il fatto che la tredicesima andrebbe a beneficio di tutti, anche di chi non ne ha bisogno, con una “prestazione a innaffiatoio”. Un’osservazione futile e campata in aria, perché disconosce il principio su cui si fonda l’AVS, l’assicurazione più sociale che esista. Infatti, l’AVS è per definizione “innaffiatoio”, versa a tutti i cittadini nella stessa misura! Ma i soldi raccolti sono proporzionali al reddito, ecco l’aspetto solidale: quindi il super CEO della mega banca paga infinitamente di più dell’usciere della sua azienda, ma riceve la stessa pensione.

L’iniziativa non spiega come finanziare l’aumento di spesa per la tredicesima, valutato in circa 5 miliardi di franchi l’anno a partire dal 2030. Le possibilità sono molte. Aumentando dello 0,8% i contributi, diviso a metà tra lavoratori e datori di lavoro, si incasserebbero 4 miliardi l’anno. Per uno stipendio di 5 mila franchi, l’aumento sarebbe di 20 franchi al mese. Sulle entrate fiscali dello Stato si può aprire un dibattito. I soldi ci sono, lo ripetiamo da sempre, dipende dalla volontà politica scegliere dove prelevarli: imposta sui superprofitti? Microtassa sui pagamenti digitali? O abbandonare il mito del pareggio di bilancio per lo Stato? E ancora: perché dovremmo accettare di raddoppiare la spesa militare, da cinque a dieci miliardi di franchi l’anno, invece di investire nella sicurezza e nella qualità di vita della popolazione? Intanto la Confederazione prevede che le riserve dell’AVS, nel 2030, ammonteranno a 68 miliardi di franchi. Per cominciare a distribuire la tredicesima ce n’è abbastanza!

Il 3 marzo bisogna votare sì, perché questa consultazione ha un valore politico molto importante e significativo. Si tratta di migliorare il potere d’acquisto di tanti pensionati e tante pensionate, ma si tratta pure di confermare il sostegno a un’assicurazione storica, nata nel 1948 dopo anni di fatiche, che è un fiore all’occhiello dello stato sociale elvetico. È una scelta a sostegno della democrazia sostanziale e permette di confermare il dettato costituzionale che afferma: “Le rendite devono coprire adeguatamente il fabbisogno vitale”!

Ciò che non funziona nel sistema previdenziale elvetico non è l’AVS, ma il secondo pilastro, la pensione aziendale: si regge sulle speculazioni delle compagnie di assicurazione che hanno bruciato miliardi previsti per i pensionati. L’abbiamo detto e ridetto e lo ripetiamo: aveva ragione il Partito del lavoro, nel 1972, quando propose un sistema pensionistico basato sul primo pilastro. E bisognerà stare all’erta perché, dopo la votazione sulla tredicesima, ci si dovrà probabilmente esprimere per bloccare la riforma del secondo pilastro, contraria agli interessi dei pensionati, perché chiede di pagare di più per ricevere meno.

Come fa un popolo a votare contro i propri interessi? I partiti borghesi e le associazioni padronali ed economiche sono contrarie, perché da sempre cercano di favorire le assicurazioni private, che portano denari nelle loro tasche. Affermano che l’iniziativa porterebbe alla rovina l’AVS. Ma è una bufala che ripetono da cinquant’anni. All’inizio del nuovo millennio la Confederazione prevedeva un futuro con perdite miliardarie per l’AVS, ma i risultati furono l’opposto, miliardi di guadagni. “La Confederazione lavorava con modelli completamente obsoleti” afferma l’economista dell’USS Daniel Lampart.

Ma gli elettori perché dovrebbero dire di no a una misura che interessa tutti i cittadini? 

Il sondaggio di metà gennaio rivela che il 71% degli interpellati è favorevole all’iniziativa. Sarà difficile mantenere un simile vantaggio alle urne, inoltre sarà necessaria la maggioranza dei cantoni. Però, secondo il sondaggio, solo la base del PLR è contraria. Nell’UDC il 70% degli interrogati sostiene l’iniziativa. La Lega dei Ticinesi, a differenza del consigliere nazionale Lorenzo “Tentenna” Quadri, che non sapeva da che parte stare, ha deciso di sostenere l’iniziativa e invita a votare sì il 3 marzo.

L’AVS è un modello virtuoso di assicurazione, solidale e intergenerazionale, un pilastro del nostro Stato sociale. Andrebbe rafforzata a detrimento del secondo pilastro, le assicurazioni private, che provocano speculazioni e non garantiscono benessere alle fasce più fragili della nostra società.