Caro Jan, da parte dei Quaderni Alternativi tante congratulazioni per il vostro splendido successo elettorale, non solo nelle elezioni federali, ma una settimana dopo anche ad Amburgo. In una situazione dove avanza un po’ dappertutto la Destra, voi rappresentate una grande speranza per tutta la Sinistra.
Come siete riusciti, ripetendo l’impresa dell’Araba Fenice, a ridiventare così forti in poco tempo ed a registrare migliaia di nuove adesioni?
Abbiamo prima di tutto messo assieme un team eccellente con gente molto in gamba, che a partire da ottobre si è molto concentrata sulla nostra presenza nei social media. Soprattutto Heidi Reichinnek era una presenza costante. Le dimissioni poi di Sahra Wagenknecht e del suo gruppo ci ha fondamentalmente aiutato: prima a causa loro molti non volevano entrare nel nostro partito. Se ne sono andati in 200, ma ne sono arrivati quasi subito 20.000. Proprio per tutti coloro che hanno un passato familiare migratorio, la nostra politica in questo campo è molto importante. Queste persone si sentono generalmente escluse, hanno paura del loro futuro, che vedono senza prospettive. Per loro la nostra presenza al loro fianco è molto importante e questo soprattutto dopo che Merz nel dibattito parlamentare sui migranti aveva fatto cadere la cosiddetta “Brandmauer” verso la AfD. Abbiamo organizzato molte manifestazioni, a cui partecipava un numero sempre maggiore di giovani: molto spesso il tutto finiva con dei concerti che entusiasmavano la gioventù. La nostra campagna ha quindi assunto un tono ottimista che è diventato contagioso. È stata un’esperienza incredibile!
Chi ha votato soprattutto per voi?
Hanno votato per noi soprattutto i giovani: negli elettori al di sotto dei 25 anni, siamo risultati il partito più forte. Più invece le persone diventano anziane, meno ci votano. Siamo stati votati anche da una percentuale importante di persone con un reddito basso. Il risultato elettorale è stato soprattutto positivo nelle città: li abbiamo fatto del porta a porta, ciò che ci ha fatto guadagnare molti consensi. È stato utile anche per abbassare il tasso d’assenteismo.
Su che temi vi siete concentrati nella campagna elettorale?
Ci siamo concentrati soprattutto su tre temi: un’imposta patrimoniale, la riduzione dei prezzi nei supermercati e soprattutto plafonare gli affitti, che in Germania stanno letteralmente esplodendo. Tutti i tre i temi hanno suscitato molto interesse. Fondamentale poi è presentare tutto ciò in modo radicale e con un linguaggio chiaro e di facile comprensione per tutti. Talora ci può stare anche un qualche insulto, ma non bisogna esagerare. Fondamentale è far capire: noi siamo con il popolo, contro “l’élite sfruttatrice dei piani alti”.
Come vi preparate al lavoro nel nuovo Bundestag?
Per noi il lavoro parlamentare è altrettanto importante di quello al di fuori del parlamento. Vogliamo cercare di mantenere in vita il movimento che siamo riusciti a costruire. Il parlamento è soprattutto un palcoscenico, il potere viene però dalla piazza. La nostra intenzione è soprattutto di batterci a fondo sul tema degli affitti, poco importa chi governa.
Quali consigli potete darci per rilanciare anche da noi la Sinistra?
Quali consigli possiamo darvi? È molto difficile da dire. Noi ci siamo concentrati su una strategia chiara: concentrarsi su pochissimi temi, rivolgersi con un linguaggio molto chiaro a tutti coloro che vivono in una situazione precaria e sono sempre più numerosi. Ha aiutato un po’ anche la situazione storica attuale della Germania, soprattutto dopo la caduta della cosiddetta “Brandmauer“ verso l’AfD: siamo riusciti ad attirare molti di coloro che nei Verdi sono sempre ancora di sinistra. Darvi un consiglio? Ho imparato che nelle campagne elettorali bisogna “focalizzarsi, focalizzarsi ed ancora focalizzarsi”. Dopo un po’ ho cominciato a pensare che la gente non ne poteva più di sentirci ripetere all’infinito che bisognava assolutamente plafonare gli affitti. In parte è vero, ma ciò che conta è che alla fine tutta la Germania ha capito che noi ci occupavamo degli affitti! Quindi cercatevi in Svizzera uno, due, al massimo tre problemi sociali che tormentano la gente. Focalizzatevi su questi temi e ripeteteli, ripeteteli, ripeteteli. Il resto viene da sé.