I cittadini del comune mesolcinese di Grono hanno deciso domenica 18 maggio di approvare un credito di quasi cinque milioni di franchi per la costruzione di una piscina comunale. Grono, 1’397 abitanti! Lugano, 68’507 abitanti, non è in grado di finanziare la sistemazione e la manutenzione della piscina di Carona, villaggio accorpato alla città nel 2013. Basterebbero molto meno dei cinque milioni di Grono, ma Lugano non ce la fa. Lugano non vuole farcela. Ormai la Città è allo sbando. In Consiglio comunale si litiga, volano gli stracci e ci si apostrofa con parole irripetibili, dicono i cronisti. In particolare, recentemente, tra il sindaco Michele Foletti e Alain Bühler.
L’alleanza tra Lega e UDC sta andando a pezzi: era un chiavistello elettorale e sarà interessante vedere se funzionerà alle prossime elezioni (cantonali e comunali). Questa spaccatura può solo far piacere alla sinistra. Se la destra si fa male da sola ben venga. Altra sceneggiata è l’arrampicata del municipale-senatore UDC Marco Chiesa, che è riuscito ad accaparrarsi una poltrona, con prebenda, nel consiglio d’amministrazione dell’AIL, sgomitando e bisticciando in Municipio e in Consiglio comunale (intanto le bollette dell’elettricità si sono gonfiate!).
La politica comunale luganese rivela però, ormai da anni, una debolezza fisiologica della sinistra, PS in particolare. I deputati socialisti hanno approvato il PSE di Cornaredo e anche la modifica del Piano regolatore, che dovrebbe permettere di svendere la piscina di Carona al TCS. La teoria del PS luganese è “accontentiamoci delle briciole” che piovono dal tavolo del Municipio di destra. Sarebbe ormai utile e necessario discutere sul senso della partecipazione socialista al Municipio. Qual è stato il bilancio politico della municipale uscente Cristina Zanini? Che obiettivi può realizzare il nuovo municipale Raoul Ghisletta?
Lugano sta sprofondando. Il numero delle opere incompiute non si conta più (pag. 4-5). La politica dell’alloggio, che concerne buona parte degli abitanti, è inesistente (pag. 3). Molti osservatori hanno criticato l’inettitudine del Municipio. L’ex presidente PLR Fulvio Pelli ha detto che è una città senza motore, Benedetto Antonini, di Patrimonio svizzero, ha sostenuto che le fusioni sono state un atto di colonialismo, il giornalista Bruno Costantini ha affermato che l’autorità ha dormito per quasi vent’anni, l’artista Daniele Finzi Pasca si è chiesto perché non può fare a Lugano quello che fa ovunque nel mondo, infine l’architetto Mario Botta ha ammonito: Lugano deve smetterla di portare i servizi lontano dal centro. È inutile avere una pavimentazione pregiata se poi la città diventa un deserto. “Non ho mai visto una città morire così rapidamente”.
La Città muore per l’immobilismo dell’autorità. La desocializzazione del centro prosegue. È in atto un processo di gentrificazione (pag. 6). Il Piano regolatore è ancora un libro dei sogni. “La Pianificazione deve proporre un progetto che contribuisca a creare condizioni quadro per il miglioramento della qualità della vita collettiva e individuale” è l’obiettivo indicato dall’Ufficio federale della pianificazione del territorio (ARE) nel 1996. In trent’anni Lugano ha fatto poco per il bene comune. I cittadini devono ringraziare il Municipio di destra: merita di essere rieletto?
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